Di solito le zuppe sono più buone il giorno dopo. Questa invece va mangiata appena fatta perché... muore.
Ideale quindi per tutti quelli che non hanno un domani.
Ingredienti: (x 4 persone)
- Un gambo di sedano
- Una carota
- Una cipolla
- Uno scalogno (facoltativo)
- Poco zenzero grattugiato
- Uno spicchio d'aglio
- Due patate
- 50 grammi di pancetta
- 150 gr. di fagioli cannellini secchi
- Un quarto di cavolo rosso, di quelli per l'insalata (sarà lui il boia della zuppa)
- Olio extravergine d'oliva
- Noce moscata
- Sale e pepe
- Pane raffermo
Esecuzione:
La sera prima dell'esecuzione, mettete a bagno i fagioli in un po' di acqua tiepida con una foglia di alloro e uno spicchio d'aglio. Scolateli il giorno fatidico.
Ora, fatevi coraggio e tritate con la carota il sedano, lo scalogno e la cipolla. Già si comincia a piangere per il destino di questa zuppa. Tritate anche la pancetta.
Mettete il trito in una pentola assieme alle patate a dadini e ai due cucchiai di olio di oliva, accendete il rogo a fuoco basso pregando sommessamente.
Decapitate il cavolo fatale e sminuzzatene il cadavere a fette sottili. Aggiungete la salma nella pentola.
Quando all'interno vi sarà solo sfrigolìo e stridore di denti, aggiungete l'acqua, i fagioli, salate e pepate, nocemoscate, zenzerograttugiate, fatevi il segno della croce e incoperchiate pietosamente.
Nel frattempo, per ingannare l'atroce attesa, strofinate lievemente d'aglio il pane raffermo, poi riducetelo a pezzi e fatelo saltare in padella a fuoco vivace con abbondante olio extravergine d'oliva.
Quando i fagioli non saranno più duri, ma prima che si suicidino, prendete circa metà della zuppa e passatela, lasciando qualche fagiolo, carota e sedano a gemere nell'acqua che, nel frattempo, si sarà tinta di un nero disgraziatamente cupo.
Qui dovreste rendervi fatalmente conto della luttuosità della zuppa: infatti, a cagione del cavolo galeotto, otterrete una passata di un viola intenso, funereo, cimiteriale. Dato che il cavolo rosso tende molto anche ad addolcire la zuppa, assaggiatela: se parvi troppo dolce passate più fagioli e patate, che aggiusteranno con il loro sapore. Riversate il passato nella zuppa.
Abbassate drasticamente il fuoco, affinchè la zuppa non tenti di uccidersi prima dell'esecuzione, e cuocete ancora per un paio di minuti. Dopodichè, con gesti tristemente solenni, versate il tutto in una capace zuppiera, sacrificandovi i crostini di pane.
Nel mangiare, non potrete non notare un dettaglio particolarmente funesto della zuppa: mano a mano che si raffredderà, la zuppa morirà, e cambierà colore passando dal viola funebre ad un cadaverico, tristo e desolante grigio. Quindi, per quei fortunati che potranno desinare anche il giorno a venire, varrà da memento mori, subdolo monito del destino ineluttabile che ci attende tutti.
Buon appetito.
Ora, fatevi coraggio e tritate con la carota il sedano, lo scalogno e la cipolla. Già si comincia a piangere per il destino di questa zuppa. Tritate anche la pancetta.
Mettete il trito in una pentola assieme alle patate a dadini e ai due cucchiai di olio di oliva, accendete il rogo a fuoco basso pregando sommessamente.
Decapitate il cavolo fatale e sminuzzatene il cadavere a fette sottili. Aggiungete la salma nella pentola.
Quando all'interno vi sarà solo sfrigolìo e stridore di denti, aggiungete l'acqua, i fagioli, salate e pepate, nocemoscate, zenzerograttugiate, fatevi il segno della croce e incoperchiate pietosamente.
Nel frattempo, per ingannare l'atroce attesa, strofinate lievemente d'aglio il pane raffermo, poi riducetelo a pezzi e fatelo saltare in padella a fuoco vivace con abbondante olio extravergine d'oliva.
Quando i fagioli non saranno più duri, ma prima che si suicidino, prendete circa metà della zuppa e passatela, lasciando qualche fagiolo, carota e sedano a gemere nell'acqua che, nel frattempo, si sarà tinta di un nero disgraziatamente cupo.
Qui dovreste rendervi fatalmente conto della luttuosità della zuppa: infatti, a cagione del cavolo galeotto, otterrete una passata di un viola intenso, funereo, cimiteriale. Dato che il cavolo rosso tende molto anche ad addolcire la zuppa, assaggiatela: se parvi troppo dolce passate più fagioli e patate, che aggiusteranno con il loro sapore. Riversate il passato nella zuppa.
Abbassate drasticamente il fuoco, affinchè la zuppa non tenti di uccidersi prima dell'esecuzione, e cuocete ancora per un paio di minuti. Dopodichè, con gesti tristemente solenni, versate il tutto in una capace zuppiera, sacrificandovi i crostini di pane.
Nel mangiare, non potrete non notare un dettaglio particolarmente funesto della zuppa: mano a mano che si raffredderà, la zuppa morirà, e cambierà colore passando dal viola funebre ad un cadaverico, tristo e desolante grigio. Quindi, per quei fortunati che potranno desinare anche il giorno a venire, varrà da memento mori, subdolo monito del destino ineluttabile che ci attende tutti.
Buon appetito.
1 commento:
Ma a me i fagioli rimangono duri, non potrei tenerli ammollo un giorno in più e spostare l'esecuzione?
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