28.2.08

"Indigesto"

Da oggi fino al primo marzo, alla galleria Ninapì di Ravenna, si terrà uno spettacolo teatrale come non se ne vedono da parecchio. Una "tragicommedia gastroteologica", ambientata nell'antica grecia, in cui due ingenui e goffi ateniesi tentano di saziare con ogni mezzo una divinità auto-invitatasi a cena...

Gli amanti di questo blog non potranno perdersi le chicche grottesco-culinarie offerte da "Indigesto" (così si chiama lo spettacolo), presentato dal neonato TeatrOnnivoro (un nome che è tutto un programma...), inoltre chi si presenterà dichiarando: "Ho letto l'annuncio su Ricette Maledette" ed enunciando almeno tre numeri primi consecutivi da quattro cifre su un piede pagerà il biglietto solo 4 euro invece che 5! Quindi cosa aspettate? Venite tutti in massa a vedere "Indigesto" del TeatrOnnivoro!!!

Se non siete ancora convinti convincetevi qui: INDIGESTO - Tragicommedia gastroteologica.

P.S: Tenete soprattutto d'occhio l'attore Jean Pelouches... secondo me ha un futuro.

18.2.08

Ancora esotismi: la "prugna umeboshi"

Innanzitutto non è una prugna, come viene comunemente chiamata in Italia, ma una specie di albicocca.

E' il cibo più salato sulla faccia della terra, ne sono sicuro.

L'altra sera, a causa di una crapula digestiva di dimensioni notevoli (purtroppo/per fortuna ne soffro spesso, anche perché ho una masticata da pitone) mi spostavo come uno zombie incinta e mi lagnavo senza posa, ruttando acidi tipo babbo di Grisù, e nell'atto di coricarmi temevo che la qualità del mio sonno ne risentisse.

Allorché la mia protosuocera, ovvero la madre della mia morosa, fervente ambientalista, salutista, ex macrobiotica, mi ha proposto questo toccasana orientale che, nelle sue terre d'origine, viene considerato una vera panacea atta a curare praticamente ogni malanno, in special modo quelli immaginari, nonché miracoloso digestivo se associato a qualche generosa sorsata di tè kukicha.

Come sempre attratto da siffatte bizzarrie del sol levante, mi appropinquai ad assaporare a cucchiainate una umeboshi, che come scoprii in seguito su Wikipedia non è altro che il frutto della pianta Ume, considerato dai Giapponesi simbolo nazionale, pressato sotto sale (tanto, tanto, tanto sale... tantissimo sale!!!) e così conservato con tanto di nocciolo.

Ebbene, io ho letto che i nipponici utilizzano la umeboshi come condimento, per insaporire, con il suo gusto estremamente sapido, varie pietanze. Per esempio lessi che una singola umeboshi può essere piazzata al centro di un bel piatto di riso scondito, che oltre a renderlo simile alla bandiera giapponese probabilmente lo trasformerà anche nel riso più salato che il palato occidentale abbia mai assaggiato.

Sì perché non trovo le parole per dire quanto sia salato uno di quei piccoli e grinzosi frutti, o almeno quello che mi è capitato in bocca. Vero è che, come mio solito, mi sono avventato sulla prugna con cucchiainate generose anziché impercettibili come mi era stato suggerito, ma comunque la sostanza non cambia: talmente salata da farvi fare delle smorfie incontrollabili. Ecco perché, come accennavo, se vostro figlio accusa dolori al ventre e non trova che gli possa giovare andare a scuola, forse il rimedio per rimetterlo in sesto prima del suono della campanella è la proposta di curarlo con una buona umeboshi.

In ogni caso, va detto che subito la miracolosa somministrazione ho cominciato a dare dei gran rutti liberatori, e quella notte sono riuscito a dormire discretamente bene... anche mi sembra di ricordare che sognai di stare affocando nel grande lago salato, oppure che sepolto vivo in una salina, non ricordo bene... :)

5.2.08

Anche l'occhio vuole la sua parte: l'uovo "cent'anni"

Era da un bel po' che cercavo questa prelibatezza cinese, precisamente da quando ne vidi una foto in un blog...
Trattasi di un metodo orientale per conservare le uova che ricorda quello, scandinavo, delle orripilanti aringhe fermentate: le uova (spesso di oca) vengono sotterrate in un impasto di argilla, cenere, sale, riso e, sentite un po', calce viva (!! ma chi cazzo l'ha inventato tale metodo?) per dei mesi. Grazie ai misteri della chimica, l'alcalinità fa schizzare il ph dell'uovo a livelli assurdi e, come dice wikipedia,
"trasforma alcune complesse, insapori molecole in altre meno complesse ma più saporite"
Che adorabile eufemismo!
Una volta diseppellite, tali uova possono essere conservate per mesi senza problemi. Ciò è molto utile, ma ha un suo prezzo, diciamo, di tipo visivo/olfattivo.

Per quanto riguarda l'aspetto visivo, posso aggiungere alla ben esplicita foto qui proposta solo il fatto che il tuorlo ha la stessa consistenza di Slimer nel film Ghostbusters. Questo lo rende molto più appetitoso, vero? Per quanto riguarda l'odore, devo dire che ha proprio quell'odore che un uovo non dovrebbe avere: zolfo ed ammoniaca. Yumm!

Incredibilmente, se si riesce ad inghiottirlo (magari ad occhi chiusi... l'aspetto è proprio lo scoglio maggiore) è buono! L'albume non ha punto sapore, mentre il tuorlo sa di uova sode, con un tono molto più pungente, salato.

Consigliato a tutti, soprattutto in compagnia, a fine pasto...

Buon appetito!