2.12.07

Zuppa del soldato

Come abbiamo già visto, le zuppe ben si prestano a temi di miseria, affanno, tempi bui. Questa che vi presento, soprattutto, è stata trovata su di un libello di "ricette di guerra", di quelli diffusi durante il quindici/diciotto, contenente ricette atte a sfamare più gente possibile con il massimo dell'economia.
Purtroppo, da molti anni noi in Italia non conosciamo la guerra, la fame vera, la miseria. Non si sa mai che tornino quei tempi così che possiate aprezzare tale pietanza con rigore filologico.

Due sono le considerazioni "serie" su questo gioiello di cucina povera: la prima è che può davvero sfamare un reggimento con meno di un euro di spesa (anche grazie alla sua virtù di poter essere allungata pressoché all'infinito); la seconda è che - sorprendentemente - è davvero squisita.

INGREDIENTI: (da 1 a n+1 persone)

  • Farina 100 gr.
  • Tre cucchiai di olio di oliva
  • Tre patate

Esecuzione:

Dopo esservi procurati, in qualsiasi modo, gli ingredienti, trovate un anfratto al riparo dai bombardamenti e procedete come segue.
Mettete la farina nella pentola, o nell'elmetto, e accendete il fuoco piuttosto basso continuando a mescolare finchè non raggiunge un bel colore di autocarro incendiato.
Aggiungete l'olio (che per noi contemporanei dovrebbe essere extravergine, ma per questa versione storica diamo per scontato sia olio da motori) e mescolate fino ad ottenere una crema di un color kaki molto militaresco, della densità di una trincea sotto il diluvio.
Aggiungete quindi l'acqua, o aspettate che piova, fino ad ottenere una cremosità... "media". qui l'occhio del soldato italiano non può e non deve sbagliare.
Pelate le patate, tagliatele a dadini e tuffatele nella zuppa. Il vero soldato si mangia anche le bucce.
Quando le patate saranno morbide la zuppa sarà pronta, attenzione solo a non rivelare la vostra posizione al cecchino nemico con i vapori della preparazione.

Ottimo e abbondante!

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